Cerchi soluzioni per problemi vista e postura? In questo articolo che ho appena aggiornato, ti spiego il legame tra i due ambiti. Il binomio visione e postura riveste particolare interesse per chi come me è optometrista. Conoscere il legame che le unisce è fondamentale per offrire un servizio completo all’utente e collaborare con specialisti che si dedicano all’assetto posturale come osteopata, massaggiatore professionista, fisioterapista, odontoiatra-gnatologo e vestibologo.
L’interdisciplinarietà è la chiave d’accesso per lavorare in equipe così da ampliare le competenze e diversificare i servizi forniti al paziente. In questo modo, si garantisce alta professionalità e, secondo principi di legittimità deontologica, congruenza ed efficacia a beneficio dell’utente.
In questo post, mi soffermo sulle correlazioni tra visione, equilibrio e postura approfondendo le problematiche che possono ripercuotersi sul sistema visivo od esserne a loro volta influenzate.
Comprendere i legami neurofisiologici e clinici, ci consente dunque di:
- acquisire una migliore consapevolezza del problema
- indagare sull’origine dei molti casi in cui una prescrizione, otticamente corretta, non fornisce il comfort atteso o non risolve il disagio e l’astenopia
Visione e postura allo stato attuale dell’arte
Negli ultimi anni, diversi specialisti hanno concentrato la propria attenzione sull’aspetto posturale e il suo equilibrio statico e dinamico. Gli stessi, seguendo un approccio di tipo integrativo, hanno favorito un’analisi interdisciplinare dell’utente.
Il lavoro d’equipe ha messo in evidenza la stretta relazione tra i principali sistemi di afferenza recettoriale e regolamentazione posturale. La disfunzione di un distretto é in grado di alterare gli altri i quali, automaticamente, cercano di adattarsi al nuovo pattern posturale.
L’assetto posturale risponde ad automatismi neuromotori ed esprime delle compensazioni necessarie all’organismo per svolgere compiti vari. Questi ultimi, in caso contrario, non possono difatti avere luogo o sono eseguiti in modo gravoso. Una modifica di queste afferenze può produrre alterazioni parafunzionali con conseguente coinvolgimento di carattere disfunzionale. Segue lo sviluppo di un quadro patologico che coinvolge distretti anche distali dall’afferenza interessata.
Pensiamo, per esempio, alle posizioni anomale del capo, volte a compensare una visione binoculare compromessa con la testa dritta, che si riflettono sul distretto cranio-cervico-scapolo-mandibolare.
Un altro esempio? Le asimmetrie del tronco che vengono assunte per compensare un’ernia del disco inducendo adattamenti nei distretti distali. Posizione del cingolo scapolare, rapporti dell’articolazione temporo-mandibolare, feedback dell’apparato vestibolare, carico sull’appoggio podalico e sistema visivo si adeguano con una nuova organizzazione dei meccanismi fusionali degli occhi.
Se vuoi approfondire leggi anche:
Occhi e postura: come possono vista e posizione influenzarsi tra loro
Tiriamo le somme su vista e postura
Spesso molti si focalizzano su un’unica area scientifica concentrando i propri sforzi sull’apparato dolente che ha richiamato l’attenzione dell’utente. In realtà, la formulazione di una diagnosi e la pianificazione del trattamento sono di competenza dei diversi clinici dell’area posturale. Appare indispensabile definire un approccio comune e un’analisi delle funzioni (prove semeiologiche) che possano orientare il clinico verso una possibile disfunzione degli apparati correlati a quello di propria competenza. Con lo scopo di indirizzare il paziente verso lo specialista di riferimento.
Un simile approccio approccio richiede di:
- conoscere il funzionamento di altri apparati
- conoscere le modalità attraverso cui essi si legano gli uni agli altri tramite il Sistema Nervoso Centrale (SNC)
In questo caso, le prove semeiologiche sono divise in un approccio anamnestico mirato ed in una sequenza di test visuo-posturali e volte a fornire, mediante adozione di un linguaggio comune tra specialisti, indicazioni sull’eventuale interessamento di altri apparati.
Gli argomenti di questo post su visione e postura:
Visione e postura: il concetto posturale
La postura è una posizione del nostro corpo per entrare in equilibrio con l’ambiente. Trova la sua massima espressione nel bilanciamento ed in tale funzione i diversi muscoli coagiscono.
Esistono recettori (esterocettori ed enterocettori) che informano il Sistema Tonico Posturale (STP), un centro cerebrale d’acquisizione ed elaborazione delle informazioni, sullo stato dinamico e statico del corpo. Mantiene l’equilibrio somatico in rapporto con l’ambiente.
Il sistema esterocettore raccoglie gli stimoli dall’ambiente esterno. Appartengono a questo gruppo la vista attraverso la retina, il sistema di orientamento ed equilibrio dell’orecchio interno (sistema vestibolare), la superficie cutanea podalica e l’apparato stomatognatico.
Il sistema enterocettore (o endocettore) raccoglie le informazioni dall’interno del corpo. Comprende il sistema propriocettore per la percezione delle varie parti del corpo come i recettori osteo-artro-muscolo-fasciali (in primis i fusi neuromuscolari), i viscerocettori ed endocettori meccanici e chimici per la percezione viscerale e dei vari organi
Il Sistema Tonico Posturale e i suoi recettori
Ogni azione automatica ed ogni gesto volontario possono essere effettuate dal sistema osteo-articolare-muscolare attraverso la processazione degli input recettoriali acquisiti dal SNC. Qualsiasi atto maldestro o dolore posturale sono, invece, indice di un problema d’adattamento del Sistema Tonico Posturale.
Gli occhi (il sistema visivo) guidano il corpo e sono, dunque, la nostra guida posturale. La postura, come già detto, é governata da un centro cerebrale, il STP, che acquisisce informazioni per elaborare una risposta muscolare di assetto posturale. Per raggiungere questo scopo, il Sistema Tonico Posturale utilizza in modo significativo il sistema visivo.
L’influenza del sistema visivo sull’assetto posturale é dovuta principalmente a due fattori:
- la retina come esocettore
- i muscoli extraoculari come endocettori.
La retina fornisce informazioni sul “dove siamo” perché prende, dall’esterno, le informazioni sulla posizione e la dimensione degli oggetti nell’ambiente. Si intuisce come qualsiasi nuova correzione, indotta modificando una delle suddette variabili, sia in grado di modificare il rapporto di sé con tutto ciò che viene percepito.
Pensiamo, per esempio, a soggetti astigmatici non refrattivamente corretti (soprattutto negli astigmatismi inferiori alla diottria) che inclinano spesso il capo su una spalla. Questo loro atteggiamento è finalizzato a:
- vedere meglio sull’asse dell’astigmatismo
- orientare meglio la percezione del mondo prevalentemente costituito da linee verticali e orizzontali
I pazienti, una volta corretti sul piano refrattivo e con attenzione all’atteggiamento viziato della testa, riferiscono spesso un miglioramento della sintomatologia e/o della tensione muscolare associata alla cervicalgia. La nuova correzione evita, dunque, o riduce l’adattamento posturale scorretto.
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Contattami per fissare un appuntamento in studio. Sarò lieto di analizzare il suo caso, rispondere alle tue domande e programmare un percorso terapeutico. Sono optometrista laureato in Optometria e Scienze-tecniche psicologiche, specializzato nella percezione visiva.
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Astigmatismo e prescrizione
Secondo l’orientamento posturologico sono le piccole perturbazioni sul sistema posturale ad essere in grado di provocare i maggiori adattamenti in distress, ossia negativi per il sistema.
I deboli astigmatismi, ad asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale non corretti o parzialmente compensati, spesso promuovono un compenso posturale della testa che, se mantenuta inclinata durante l’esame della vista, altera l’asse finale di prescrizione favorendone l’atteggiamento viziato del capo.
Se la posizione anomala assunta dal capo ha origine visiva, l’esame deve essere effettuato con il capo ed occhialino dritto e con i centri ottici delle lenti coassiali alla Distanza Asse Visuale degli occhi (anche in verticale).
Muscoli extraoculari come informatori
Il Sistema Tonico Posturale prende, inoltre, le informazioni dai muscoli estrinseci dell’occhio (MOE) che, possedendo particolari recettori (fusi neuromuscolari, cilindri mio-tendinei con funzione vicariante gli organi tendinei del Golgi non presenti sulla MOE), sono in grado di stabilire la loro posizione rispetto a testa e collo, vestibolo, apparato stomatognatico, tronco ed appoggio podalico.
In altri termini, i muscoli extraoculari dell’occhio, unitamente ai loro recettori, ricoprono il ruolo di enterocettori (nel caso specifico di propriocettori) essendo in grado di fornire informazioni al STP sulla posizione degli occhi rispetto ai vari distretti corporei (soprattutto testa e collo).
Tutto questo serve al sistema anche per capire se gli occhi:
- stanno guardando dritto davanti
- sono ruotati in altra direzione (per esempio a sinistra per vedere se sta passando una macchina)
Gli schemi posturali sono in continuo adattamento: esiste un engramma, un pattern posturale di cui si serve il Sistema Tonico Posturale per organizzare ed automatizzare le risposte motorie ai vari input endogeni e/o ambientali. Questo schema preordinato viene di volta in volta modulato ed adattato in funzione delle perturbazioni e modifiche delle entrate recettoriali. Nell’area visiva le modificazioni avvengono quando cambiamo l’angolo pantoscopico della montatura, utilizziamo una base diversa delle lenti o cambiamo la geometria progressiva ecc.
Come ho scritto, la maggior parte delle persone si adatta positivamente ma, una parte ne subisce invece gli effetti manifestando:
- astenopia sul piano visivo e la sensazione di vedere subito in modo diverso e meno confortevole
- immediato senso di instabilità sul piano posturale, tensione muscolare o cefalea che si palesano dopo circa tre settimane dall’utilizzo del nuovo occhiale.
La postura influenza la visione
Il sistema visivo è uno dei principali informatori del cervello per l’aggiustamento posturale e qualsiasi nuova prescrizione può influenzare l’assetto posturale in termini di distribuzione del peso e posizione della colonna vertebrale.
Quindi un atteggiamento posturale, influenzando la posizione della testa e la mobilità del collo, sia in grado di modificare la posizione degli occhi rispetto al cranio.
Questi atteggiamenti vincolanti modificano la posizione degli occhi nelle orbite e per l’attività dell’optometrista influenzano in modo preponderante la posizione delle centrature delle lenti. In caso di scelta di geometrie progressive, gli atteggiamenti posturali vincolanti interferiscono con l’allineamento in altezza delle centrature verticali e condizionano il buon utilizzo delle lunghezze del corridoio di progressione.
Tecniche di indagine visuo posturale
Lo stretto legame tra visione e postura suggerisce una diversa interpretazione e un altro uso dei test visivi. Si cerca, dunque, di sviluppare un approccio di relazione tra i diversi sistemi con un’attenzione multidisciplinare.
Si valutano le differenze di risposta neuro-sensorio-motoria del sistema visivo senza e con l’introduzione di altre variabili che interagiscono sul Sistema Tonico Posturale. Ciò serve ad orientare il clinico sulla presenza o assenza (o modifica all’interno del Range di Tolleranza Biologico) di un’interrelazione diretta e significativa tra i vari distretti posturali. La disfunzione di un apparato é in grado modificare quelli ad esso correlati creando, nel tempo, una situazione polidisfunzionale più difficile da diagnosticare e trattare.
Funzione dei test visivi in campo posturale
Secondo la clinica posturale i problemi posturali, gli stati muscolari-tensivi anomali e/o asimmetrici possono comparire a distanza rispetto al disturbo visivo che li ha provocati. Il torcicollo di origine oculare, protratto nel tempo, provoca per esempio un’asimmetria tensiogena con ripercussioni sull’equilibrio rachideo e possibile sviluppo di un atteggiamento scoliotico.
Diventa quindi indispensabile avere una batteria di test visivi con attenzione posturale per valutare eventuali interrelazioni tra visione e postura e comunicare in modo idoneo con i professionisti del settore posturale.